Insomma, perché ho deciso di riprendere a scrivere una newsletter, dopo questo lungo silenzio?
Ti offro un aperitivo, mi accomodo anche io sulla sedia, ecco un po’ di perché.
Perché ho spedito la prima newsletter nell’ottobre 2014 e da lì con fatica e cura avevo costruito una lista di indirizzi di persone che leggevano con costanza le mie missive più o meno mensili, e le trovavano utili. A volte me lo dicevano pure! E mi davano linfa e idee per le successive.
Che spreco di tempo, relazioni e investimenti sarebbe stato, chiudere tutto. Penso che da qui in avanti, insieme, possiamo costruire ancora moltoPerché in mezzo a quelle persone ci sei tu, ci sono colleghi, ex clienti, studenti, professionisti che ho incontrato negli anni su e giù per l’Italia e con cui non sono in contatto sui social media. Gente in gamba, che voglio ritrovare
Perché al crescere del fastidio social (noia su Facebook, “anche meno, eh” su Instagram) penso che scegliere cosa leggere facendoselo arrivare “a casa”, sia un ottimo modo per usare bene il proprio tempo. Per me, un ottimo modo per fermarmi a scrivere e a riflettere, prima di scrivere
Perché in un contesto di distribuzione dei contenuti sempre più algoritmica, è vitale per il nostro spirito critico integrare una dieta in-formativa “full algoritmic” con roba che scegliamo bene, tirandola su con la forchetta, proprio quel pezzo lì
Parlando di contenuti, con l’IA generativa stiamo passando dal fare le bolle di sapone soffiandole una per una a farle con una super macchina sparabolle.
Perché all’aumentare della quantità di contenuti disponibili a basso costo, i contenuti d’autore e la credibilità di chi li cura o produce – persone, professionisti o aziende, poco cambia - saranno sempre più fattori differenzianti. Parlando di contenuti, con l’IA generativa stiamo passando dal fare le bolle di sapone soffiandole una per una a farle con una super macchina sparabolle. Si apre uno spazio a mio avviso enorme per chi saprà costruire un (personal) brand autorevole per un certo tema e dei processi che provino l’affidabilità e la qualità – intesa in senso ampio - del contenuto che diffonde.
Ecco, spero che questo elenco ti sia utile anche se come digital/manager/imprenditrice/CEO/consulente/… stai pensando a cosa fare con un progetto che tieni lì parcheggiato, sospeso, in attesa di giudizio. Un magazine, quella serie di incontri, le bozze di quel libro che dai, non manca molto.
Cosa perdi e cosa guadagni se lo fai ri-partire?
Dove sta il valore?
Ah, prima di salutarti, ti consiglio un libro sull’IA: “Co-intelligence” di Ethan Mollick. Mollick lo seguo da tempo, è uno bravo bravo.
Grazie per aver letto questa prima newsletter nella nuova versione, ora ci alziamo e ci salutiamo. E se ti va, fammi sapere cosa ne pensi.
Miriam
Ciao, sono Miriam Bertoli.
Grazie Myriam, Sempre garbata. Totniamo alla lettura. Io tornerei alle cartoline e alle lettere scritte a mano quasi quasi!
"E mi davano linfa e idee per le successive"
Ecco, bello ritrovarsi tra le persone che danno linfa e idee. Quindi se mai qualcuno si chiedesse "chi consiglia i consulenti" (chi giudica i giudici ecc ecc) la risposta sarebbe che i consulenti sono consigliati (ispirati) dai loro stessi clienti. Well done Ms. Bertoly!